CATANIA – giovedì 27 dicembre, alle ore 22,  al Piccolo Teatro della Città approda il tour Nivuru di Alessio Bondì, il cantautore palermitano che a gennaio rappresenterà l’Italia all’Eurosonic Festival di Groningen in Olanda proprio con il suo disco interamente in siciliano. Il concerto al Piccolo Teatro della Città fa parte di MIT- Musica Intrattenimento Teatro, la rassegna nata per “dare nuova linfa al teatro come luogo d’incontro e condivisione artistica, valorizzando la cultura cittadina e coinvolgendo i giovani attraverso un nuovo approccio all’arte e all’intrattenimento, mettendo in primo piano la musica in tutte le sue sfaccettature”.

Nivuru” è il titolo del secondo secondo album di Alessio Bondì, prodotto da Fabio Rizzo, in uscita il 2 Novembre 2018 per 800A Records. In siciliano, “Nivuru” significa Nero ed è il frutto del vissuto e di tutti gli ascolti sedimentati a partire dal suo primo lavoro “Sfardo”. “Nivuru” è un disco luminoso, un cesto di frutta matura, un tripudio di ombre e colori. Da sempre il nero ha assunto un significato ambivalente, di eleganza o lutto, prosperità o abisso ma, scientificamente, si manifesta perché non respinge nessuna luce: le assorbe tutte senza rilasciare alcun colore.

La tracklist è la narrazione di un viaggio dentro la freschezza e la sensualità della Sicilia, terra di origine dell’artista palermitano, tra ritmi vivaci e sospensioni improvvise. “Sento bollire la Sicilia nel sudore provocato dal contatto con l’altro, nell’inclusione della morte nel sesso, nel senso di festa e di colpa, in un’emozione dolce e violenta” – Dice a tal proposito lo stesso Bondì. Dall’afro-funk alla musica brasiliana il sound di “Nivuru” è, oggi, più che mai articolato, ricco di percussioni e arrangiamenti sorprendenti, senza togliere spazio spazio a momenti in cui la chitarra e la voce vellutata di Bondì si prendono la scena.

Un artista unico nel nostro panorama nazionale che è riuscito ad imporsi anche all’estero con il suo coraggio e personalità. Una voce che colpisce e rapisce al di là della comprensione del testo, un autore dal sangue misto che non a caso è stato definito una via di mezzo tra Rosa Balistreri e Jeff Buckley”. Più Rufus Wainwright, Stevie Wonder e Caetano Veloso, aggiungeremmo noi. Tutti e nove i brani possono essere considerati canzoni d’amore, una sorta di fenomenologia del rapporto a due: dal corteggiamento (“Dammi Una Vasata”), alla fantasia di volare sul mare per azzerare la distanza dalla propria amata (“L’Amuri Miu Pi Tia”); dalle promesse di amore dal sapore antico per di dire “ti amo” (“Puddicinu a Luna”), al rapporto travagliato tra padre e figlio, ispirato dalla storia vera di un pilota palermitano di Formula 1 (“Un Favuri”) o a quello disastroso tra un voyeur e la donna desiderata (“Savutu”); dal maremoto che provoca la fine di una storia (“Si Fussi Fimmina”) all’isolamento che ne consegue (“Cafè”).

A un primo ascolto, “Nivuru” potrebbe sembrare caratterizzato da un’atmosfera di festa ma, addentrandosi in profondità, i testi rivelano pulsazioni viscerali, sensualità, carnalità e ricerca di una spiritualità silente: tutti i pezzi si vestono di buio, nella dolcezza e nella disillusione, nel ritmo e nella corona. Gli ultimi anni di Alessio Bondì sono stati caratterizzati da un susseguirsi di viaggi, ascolti, dialoghi con altre lingue e culture, suoni, riflessioni ed epifanie. Questo disco ne è la condensa e la pioggia.

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